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Qualche giorno fa ho letto una entry nel blog
Elisaricamo che mostrava delle belle tovaglie rosse ricamate... L'autrice si scusava per il rosso del tessuto che, diceva, nelle foto risultava molto diverso dal vero.
Allora mi sono ricordata che anch'io ho avuto seri problemi nel fotogragare un oggetto rosso che avevo fatto per Etsy giusto qualche giorno prima, e che le foto che avevo fatto l'anno scorso alle mie rose avevano colori totalmente falsati. Queste sono rose David Austin William Shakespeare 2000 che dovrebbero essere di un rosso violaceo molto scuro... ed ERANO di quel colore, per quanto sembri impossibile da queste foto.
Naturalmente so che la rappresentazione del "vero", preciso colore su uno schermo o su carta stampata sono impossibili, ma non sto parlando di leggere differenza...Qui i colori sono davvero MOLTO diversi!
Un altro esempio: ho la foto seguente alla normale luce del sole, non particolarmente forte e con regolazioni standard. Notate che l' iPod si vede perfettamente. Perche' la custodia rossa e arancione allora si vede cosi' male, quasi fluorescente?
Mi sono chiesta quale ragione potesse essere alla base di questo, a parte la qualita' della macchina fotografica. Perche' naturalmente la mia prima reazione e' stata di incolpare la macchina fotografica (una Nikon Coolpix S570, una macchina compatta; carina ma economica), pero' dopotutto le foto delle mie vacanze non erano venute male, ed e' una macchina a 10 Megapixel, quindi non dovrebbe essere nemmeno la peggiore sul mercato... E allora perche' c'e'questo problema con gli oggetti rossi?
Cosi' ho cercato di indagare in internet sull'origine di questo problema, e questa e' una sintesi di quello che ho scoperto.
Le macchine fotografiche digitali catturano la luce atraverso un sensore con l'aiuto di un dispositivo chiamato filtro Bayer, che suddivide e ordina lo spettro visibile nei tre colori primari additivi, Rosso, Verde e Blu (RGB). Cosi' in pratica ci sono tre diversi tipid di sensori... Ma le cose non sono cosi' semplici. Perche' per simulare la sensibilita' dell'occhio umano, che e' piu' sensibile alle lunghezze d'onda nel colore verde rispetto a quelle rosse o blu, i sensori sensibili al verde sono in quantita' doppia rispetto a quelli sensibili al rosso o al blu.
Questo disegno (linkato da Wikipedia) mostra come sono posizionati i sensori in un filtro Bayer:
La cosa piu' evidente e' che soltanto 1/4 dei sensori sono dedicatoi al rosso. E questo significa che quando si fa una foto ravvicinata di un oggetto di un rosso vivace, quasi solo quei sensori staranno lavorando (e in realta' probabilmente staranno leggendo valori fuori scala, cosi' le letture verrano tagliate al massimo valore disponibile), mentre i sensori del blu e del verde non staranno rilevando quasi niente, solo valori bassissimi in corrispondenza di leggere sfumature di colore... Cioe' i tre quarti dei pixel di quell'area daranno risultati quasi insignificanti, e il rimanente quarto dara' valori al massimo livello raggiungibile.
Non lo sapevo, ma il numero di Megapixel di una macchina fotografica indicano il numero
totale dei singoli sensori rossi, versi e blu, non il numero di "punti" che compongono l'immagine, come pensavo io (come sugli schermi, dove ogni pixel e' composto da una triade rosso-verde-blu): siccome ci vogliono 4 pixel del sensore (2 verdi, uno rosso e uno blu) per formare un pixel dell'immagine, la vera risoluzione di una macchina fotografica e' solo un quarto dei suo numero di Megapixel (deludente, vero?).
Poi le cose cambiano, a seconda della macchina fotografica...
Le macchine compatte come la mia salvano l'immagine direttamente come file .JPG. Il file puo' avere dimensioni differenti a seconda della risoluzione della macchina fotografica e dei settaggi (si puo' scegliere tra diversi livelli di qualita'): un file ad alta qualita' di una macchina fotografica a 10 Megapixel sara ovviamente piu' grande di uno di una macchina a 4 Megapixel, ma in fondo sono ottenuti entrambi attraverso la stessa tecnologia e codifica, che implica la perdita di informazioni.
I dati provenienti dai sensori rossi, verdi e blu vengono ricombinati da un apposito algoritmo (de-mosaicing) in una singola immagine .JPG. La scarsa informazione riguardante i canali verde blu, nel caso di un'immagine fondamentalmente rossa viene praticamente persa e il risultato e' un'immagine a 8-bit (vedi spiegazione sotto) che soffrira' dei problemi che abbiamo visto: un brutto rosso che non somiglia per niente all'originale.
Un file .JPG ha 8 bit di profondita' di colore per ciascun canale (Rosso, Verde e Blu). Significa che ogni colore primario puo' assumere soltanto 256 valori, e che tutti i colri presenti nell'immagine .JPG possono essere solo una combinazione di quei valori (Sullo schermo, ogni pixel di colore consiste in un punto rosso, uno verde e uno blu: ognuno dei tre ha associato il suo valore di luminosita', che nel caso del formato JPG puo' variare tra 0 e 255).
Le macchine fotografiche di gamma piu' elevata permettono di salvare l'immagine in formato
RAW. Questo formato registra esattamente i dati letti dai sensori blu, rossi e gialli, senza compiere nessuna operazione su di essi. Questo permette una gamma piu' ampia di correzioni successive, perche' tutta l'informazione raccolta e' ancora presente, niente e' stato perso, semplificato o cancellato perche' considerato "inutile" da qualche algoritmo. Nel nostro caso (un oggetto rosso), con l'immagine in formato RAW e Photoshop o un programma simile e' ancora possibile ottenere qualche preziosa informazione dai valori dei pixel verdi e blu, che puo' aiutare a dare profondita' al colore, ad esempio mostrando delle sfumature di rosso differenti, che non compaiono nell'immagine .JPG. Il formato RAW permette immagini migliori con colori piu' brillanti: un file RAW ha normalmente 12 o 14 bit di profondita' di colore per ciascun colore primario (Rosso, Verde e Blu). Un colore a 12 bit significa che ogni colore primario puo' assumere 4096 valori di intensita' differenti (invece dei 256 del formato JPEG!); ancora di piu' nel caso di 14 bit. Ovviamente anche il numero totale di di colori che si possono visualizzare e' immensamente piu' alto che nel JPEG.
Ma naturalmente, questi miglioramenti comportano anche degli svantaggi! Le macchine fotografiche che offrono il formato RAW sono decisamente piu' costose e generalmente piu' ingombranti e pesanti delle macchine compatte. (Ho smesso di usare una reflex molti anni fa perche' ero stufa di portarmi in giro una macchina pesante e una borsa piena di obbiettivi, e sono ancora convinta della mia scelta... Mi piace usare una macchina che posso semplicemente mettere in ogni borsa, senza dovermi preoccupare costantemente di perderla, rovinarla o che me la rubino. Gli svantaggi sono piu' che compensati dalla liberta' di utilizzo, a mio avviso. D'altra parte, non sono una fotografa! :-) Magari potrei prendere in considerazione di comprare una macchina con il formato RAW per le foto per Etsy... Ma un giorno, in un lontano futuro!).
Inoltre, le immagini RAW richiedono molto piu' spazio di quelle .JPG: anche selezionando la massima qualita', un'immagine .JPG richiede solo 1/5 dello spazio richiesto dal formato RAW. Vuol dire piu' schede di memoria e piu' spazio richiesto per i backup, e quando si hanno diverse migliaia di foto comincia a fare una bella differenza...
Comunque, il punto è: c'e' qualche soluzione per chi ha solo una macchina forografica compatta e cerca di fare delle foto decenti a qualcosa di rosso? O possiamo solo scartare le macchine compatte e passare a quelle piu' professionali?
Ho trovato un paio di suggerimenti utili su internet.
Il primo suggerimento e' di
modificare manualmente il tempo di esposizione per sottoesporre l'immagine (la maggior parte delle macchine, anche quelle piu' economiche, permettono qualche tipo di correzione manuale. Cercate nel manuale della vostra, se non avete mai usato questa funzione!). Questo dovrebbe servire ad evitare la brutta sovraesposizione dei pixel rossi (i pixel del sensore che andavano a fondo scala e quindi venivano tagliati sul valore massimo, ricordate?). Naturalmente questo portera' anche ad un'immagine sottoesposta in generale, ma sara' piu' facile correggerla in seguito con Photoshop, GIMP o qualche programma simile.
Un altro suggerimento e' di correggere il file .JPG "sbagliato" con Photoshop o GIMP dopo averlo convertito in
modalita' LAB (io uso GIMP, e si fa elezionando Colori --> Componenti --> Scomponi; nella finestra che compare scegliere LAB e selzionare la casella Scomponi in Livelli . Credo che in Photoshopsia molto simile).
L' immagine in LAB vi confondera' all'inizio se non avete mai usato questa modalita', perche' separa l'immagine in tre livelli distinti: uno di Luminosita' e due di colore ("A" e "B"). In questo modo le informazioni sul colore vengono separate da quelle sulla luminosita' e si puo' lavorare sul colore per correggerlo senza interferire con la luminosita' della foto. Ma non sara' tanto facile all'inizio, perche' i livelli colore non sono in corrispondenza diretta con i colori primari (avete notato che ci sono solo DUE livelli colore per TRE colori primari?), quindi bisogna imparare e fare un po' di pratica...
Ho appena incominciato a imparare a correggere il colore in questo modo, ma i risultati sono incoraggianti. D'altro canto, non si possono recuperare cose che non ci sono piu'... Cioe', si puo' riuscire ad ottenere un rosso piu' realistico, ma non si puo' fare il miracolo di recuperare dati mancanti o persi, e far riapparire sfumature dal nulla.
Ma la correzione del rosso sara' l'argomento di un post futuro!
Scritto da ElenasLoom per Woven Pages