24 settembre 2010

Interview and tips: LeChouChou

[English version]

D. Hai stabilito un salario orario per il tuo lavoro? Se ti va di dircelo, indicativamente di quanto?
R. No, valuto di volta in volta se ogni mese, in base ai guadagni, ritengo di aver lavorato il numero di ore adeguate: e se il guadagno è commisurato alle ore di lavoro, mi ritengo soddisfatta.

D. Come costi per stabilire il prezzo finale dell’oggetto, oltre al costo della manodopera, del materiale e del packaging, tieni in considerazione anche altri fattori? Per esempio, il tempo impiegato per fotografarlo/impacchettarlo/inserirlo nel negozio/fargli pubblicità/spedirlo?
R. Certamente! Anche quelle sono ore di lavoro, inoltre pubblicità e marketing hanno dei costi. Inoltre devo calcolare le tasse ed i contributi da pagare.



D. Quando un tuo oggetto ha successo e lo produci più volte, consideri anche il tempo impiegato per idearlo, progettarlo ed costruire un prototipo (se lo fai)?
R. Includo questa parte del lavoro nel costo finale dell'oggetto.

D. Ti ritieni soddisfatta dei prezzi che hai o ti sembra di svalutare un pochino il tuo impegno per poter restare competitiva, considerato anche il momento di crisi economica globale?
R. Sono fondamentalmente soddisfatta, anche perché sono una persona senza grosse pretese; ma credo che il mio lavoro e quello degli altri artigiani come me valga di più di quanto viene pagato.
Più che la crisi ritengo che il problema sia la mancanza di cultura ed informazione rispetto al valore dell'handmade: uno dei valori fondamentali che in Italia, contrariamente a quanto accade ad esempio negli USA, non viene compreso, è che l'handmade è lavoro equo, dove nessuno viene sfruttato e dove si paga il costo che è giusto pagare.
Siamo abituati al sottocosto ed indotti a non riflettere su chi è che paga il prezzo del sottocosto: lo pagano i contadini a cui non viene corrisposto il giusto prezzo per i loro raccolti, gli operai sottopagati, i precari, gli immigrati sfruttati come manodopera a basso prezzo.
Quando noi paghiamo qualcosa meno del suo costo, vuol dire che lo sta pagando qualcun altro per noi.



D. Ricordi come hai prezzato i primi 5 articoli messi in vendita su Etsy? Hai utilizzato dei parametri, o li hai valutati intuitivamente?
R. Li valutai in base a quanto io avrei pagato quell'oggetto.
E ritengo che fosse sbagliato perché non abbiamo tutti lo stesso potere di acquisto.

D. Come citato nell’articolo “Pricing tips for your creative business” l’esperienza acquisita nel tempo ha un suo valore. Lo hai tenuto in considerazione? Se sì, in che modo?
R. Con il passare del tempo si affinano le tecniche, si migliora la qualità della produzione. Quindi uno stesso articolo realizzato ora, sebbene in produzione da anni, ritengo valga di più perché qualitativamente è migliore. Di conseguenza richiedo un costo maggiore.



D. Che differenze rilevi su come sceglievi i prezzi quando hai aperto il tuo negozio su Etsy rispetto ad oggi?
R. Ora nei miei shop online devo tenere in conto, per stabilire il prezzo finale, anche il costo che quell'oggetto avrà presso i miei rivenditori, ed attribuire un costo che permetta a loro un ricarico adeguato ed a me un guadagno accettabile, così da fare in modo che il cliente possa averlo all'incirca allo stesso prezzo acquistandolo online o in negozio.



LE CHOU CHOU
Le Chou Chou è il negozio di Paola, nata vicino a Napoli. Appassionata da sempre alla tradizione orafa e miniaturistica napoletana, Paola è stata fin da piccola affascinata dai gioielli facenti parte dei ritrovamenti archeologici dell’area di eruzione del Vesuvio. Oltre a riproporre oggetti di uso quotidiano come tazzine da tè o golose fette di torta, trasformati in miniature gioiello originali ed eclettiche e curate in ogni minimo particolare, Paola dà vita a piccole "opere d'arte" da indossare, in tiratura limitata, utilizzando ceramica, filigrane anticate e materiali vintage.

Redatto da Frannyshome
Revisionato da Etherealflowers

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