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Accende i prati abbandonati, gli argini delle strade, i ruderi e i campi incolti. Non ha pretese e non teme la siccità. I suoi fiori sbocciano spontanei da maggio e sono di un inconfondibile rosso porpora. Un filo di vento li fa muovere leggeri e sono estremamente delicati tanto che ciascun fiore perde i petali nel corso di un solo giorno.
STORIA
Il papavero comune ha una lunga storia. Già in Mesopotamia, veniva coltivato a scopoSTORIA
ornamentale e alcuni suoi semi sono stati trovati anche nelle tombe degli antichi egizi che lo utilizzavano come antidolorifico. La tradizione mitologica narra che Demetra, dea del grano e dell’agricoltura, disperata dopo la perdita della figlia Persefone, riuscì a trovare conforto solo bevendo infusi di papavero. Per gli antichi greci il papavero era il simbolo dell’oblio e del sonno e Morfeo dio dei sogni, era rappresentato con un mazzo di papaveri fra le mani. Gli antichi romani invece associarono il papavero alla dea Cerere (equivalente della dea greca Demetra) raffigurata con ghirlande di papaveri che erano una presenza costante in tutti i campi di grano.
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BOTANICA
In botanica, il nome del papavero rosso è Papaver rhoeas comunemente conosciuto come rosolaccio. La radice etimologica Papa-, deriva dalla lingua celtica e significa ”pappa”, in allusione ad una pratica antica che consisteva nel miscelare l'estratto del papavero rosso alla pappa dei bambini per farli stare tranquilli. La capacità sonnifera di questa pianta è stata utilizzata da numerose popolazioni antiche. Anche il filosofo greco Celso descrive la pianta per la sua spiccata azione sedativa. La specie rhoeas (letteralmente “cado”) fa riferimento, alla precoce caduta dei petali del fiore. Nell' antica medicina popolare, l'infuso o il decotto di papavero rosso erano utili anche per contrastare la tosse, alleggerire irritazioni bronchiali e diminuire la febbre. In ambito culinario ed erboristico, le proprietà del papavero vengono ricavate usando sia i fiori che i suoi semi.
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PAPAVERI COME SIMBOLO DELLE VITTIME DELLE GUERRE
- Nei paesi del Commonwealth e in diversi stati europei, si celebra il Remembrance Day. L’11 novembre di ogni anno, piccoli papaveri rossi vengono indossati ed appuntati all’occhiello in ricordo dei caduti in battaglia. La relazione tra i papaveri e il Remembrance Day deriva dalla poesia "Nei campi di Fiandra" ("In Flanders Fields"), scritta dall'ufficiale medico canadese John McCrae in cui si fa riferimento ai papaveri, i fiori che sbocciavano nei campi di battaglia dove erano caduti i soldati. A trasformare questo fiore in un simbolo nazionale, furono due donne, Moina Bell Michael e Anna Guerin. Ispirate dalla poesia di John McCrae e con la vendita di papaveri artificiali, raccolsero fondi a favore dei veterani delle guerre e riuscirono a sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema molto doloroso.
Dal 1922 esiste la Poppy Factory, una ditta-charity che produce papaveri artificiali. Ogni anno realizza milioni di fiori e migliaia di corone e fornisce i papaveri indossati da tutta la Famiglia Reale.
- Gabriele D'Annunzio anticipò la stessa "In Flanders Fields" di McCrae scrivendo, nel 1902, il "Ditirambo I", lirica contenuta nell'"Alcyone", il Terzo libro delle "Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi". Nella lirica si trovano di nuovo i papaveri rossi, che ricordano al poeta il sangue versato sui campi di battaglia.
“Vidi campo di rossi papaveri vasto al mio sguardo
come letto di strage, come flutto ancor caldo sgorgato da una ecatombe.
Non mai più fervente rossore veduto avean gli occhi miei grandi,
e tutta la mia vita tremava dalle radici
come s'io mi svenassi sul sacro tuo suolo con vene giganti”
- l’indimenticabile Fabrizio De André, citò i papaveri in modo poetico nella sua celebre "La guerra di Piero"; dove sono proprio "mille papaveri rossi" a vegliare sul sonno di un soldato che rifiuta di sparare al nemico e muore...
- Si narra che Gengis Khan, l'imperatore e condottiero mongolo che conquistò il più grande impero che la storia abbia mai visto, portasse sempre con sé dei semi di papavero che spargeva sui campi di battaglia dopo le sue vittorie, in ricordo e rispetto di coloro che vi erano caduti, ed anche per "segnare", con il colore dei fiori, che là si era svolta una battaglia.
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CURIOSITÀ
Nella lingua corrente si definiscono “grossi papaveri” i personaggi di grande potere economico e politico. Questo modo di dire deriverebbe da un episodio storico che si confonde nella leggenda. Si narra che l’ultimo re di Roma Tarquinio il Superbo volendo insegnare al figlio il modo più rapido per conquistare la città di Gabi, volle dimostrare che sarebbe stato sufficiente uccidere senza pietà le più alte autorità del luogo. Andò in giardino e con un solo colpo, recise di netto le teste di tutti i papaveri.
Creazione di: NinaCaterinaMuller |
Se anche tu sei affascinata da questo splendido fiore spontaneo e lo utilizzi nelle tue creazioni, raccontacelo nei commenti.
LINK UTILI:
Claude Monet, Les Coquelicots
Il papavero della mitologia e quello della cultura popolare
Papaveri e Papere - storia della canzone
Papavero, proprietà e benefici
Semi di papavero: proprietà, benefici e controindicazioni
Semi di papavero - ricette
Così nasce un papavero
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