27 ottobre 2015

Ma io cosa ci faccio qui?

Resoconto più o meno dettagliato da Creativi in rete - prima parte - 1° giorno


Creativi in rete
Il 24 e 25 settembre a Torino si è svolto Creativi in Rete, all’interno della manifestazione fieristica ManualMente e ho avuto la grande fortuna di parteciparvi in veste di segretaria (non pagata) di Fran, la capitana dell’Etsy Italia Team e co-fondatrice di Colibrì Academy.
Quando dico che è stata una grande fortuna, lo intendo davvero: non capita spesso di ritrovarsi in mezzo a un così folto gruppo di professioniste-star, che, con enorme stima, lasciatemi definire “le genie del web e portavoci dell’imprenditoria femminile, creativa e dell’handmade” in Italia.
Ora, non è che voglia solo tessere le lodi di queste menti in fermento, anche perché nomi come Francesca Marano, Gioia Gottini, Enrica Crivello o Gaia Segattini, tanto per citarne alcune, sono di certo una garanzia. Vorrei in realtà parlare di come certe persone siano in grado di scuotere le fondamenta delle tue proiezioni e ti facciano mettere in dubbio molto di quello che pensi e come lo fai.

Oggi mi ritrovo in mezzo a persone, a donne, che hanno fatto della loro passione il loro lavoro e nonostante affrontino la vita con gioia, umiltà e semplicità, sono tra le persone più serie che abbia mai incontrato. Stare in loro compagnia è fare un po’ la parte dell’uomo-ombra: quello che c’è ma non si vede. E non perché io voglia essere la primadonna, ma semplicemente perché al loro cospetto io mi sento un po' una nullità, nonostante siano di una gentilezza indiscutibile e ogni loro gesto è atto a metterti a tuo agio.
Insomma l’aver letto una manciata di post (i loro, il più delle volte), l’avere un negozio online (che ogni giorno è lì lì per esalare l’ultimo respiro) o lo scrivere saltuariamente su un blog, non fa di me né un’esperta, né una creativa e venditrice, né una scrittrice. Mentre loro sono tutto questo e molto altro: hanno studiato, si sono sbattute, hanno sudato, sognato, riso, pianto e basta sentirle parlare per un minuto per comprenderlo appieno. Parole come “Basta lavoretti, è il momento di professionalizzarsi” (cit. Gabriella Trionfi) o “[fare la blogger o la crafter] non è un ripiego, ma è un lavoro e ci vuole impegno” (cit. Francesca Marano) o ancora “chi ti sceglie, sceglie come lo fai, quel lavoro” (cit. Gioia Gottini), hanno un peso così rilevante che non passa inosservato. Sono, in fondo, parole che si sono dette anche qui, ripetutamente, ma sentirle fluttuare direttamente dalle loro voci, hanno una forza e un impatto che lasciano il segno. Chi come Enrica Crivello dice che nella propria pagina about è importante creare un legame che permetta al cliente non solo di riconoscersi in ciò che fai, ma di fargli capire che tu sei reale e stai parlando proprio con lui, non si riferisce solo al suo o al tuo lavoro, ma parla direttamente al cuore di chi il cuore lo mette quotidianamente in ciò che fa.
E tutte queste magnifiche parole, che possono confortare e supportare, dare la spinta e la forza, oggi in me hanno fatto sorgere una sola grande domanda: ma io, qui, che ci sto a fare? Credo che nella vita di molti, arrivi un momento di revisione e certe domande allora, sorgono spontanee: ma quello che faccio, perché lo faccio? E lo sto facendo nel modo “giusto”? Ma c’è un “modo giusto”? E soprattutto, ciò che faccio, lo faccio in modo sincero, umile, con il cuore leggero e la coscienza pulita?

Credo davvero che chi lavori con la creatività, sia essa manuale o intellettuale, queste domande se le debba porre, a un certo punto, e si debba dare delle risposte schiette, vere, sincere. Si sa che “la verità ti fa male”, ma a volte è l’unico percorso per poter andare avanti, migliorarsi o persino voltare pagina. Nessuno potrà mai dirci qual è la nostra strada, qual è quella giusta per noi, soltanto noi possiamo.

Oggi quindi niente frasi finali per ricaricarsi e spingerti in avanti, ma semplicemente soffermati, guardati allo specchio e scegli la tua strada.


PS: Avrei voluto riportare tutte le citazioni che mi sono appuntata, ma sono davvero troppe, e sicuramente nei prossimi giorni troverete resoconti ufficiali e slide* ben più dettagliati e meno umorali. Ma un grazie speciale lo vorrei comunque lasciare a tutte le Creative in rete per i loro interventi, scusandomi con chi non ho citato ma che ho amato lo stesso. Infine vorrei ringraziare Lalla di Pemberley Pond, che pur non essendo presente, grazie a un suo post di qualche giorno fa, mi ha dato lo spunto per alcune delle riflessioni e pensieri confusi che trovate in queste righe.

*Alcune slide sono già online, per il resto cercate l’hashtag della manifestazione #creativinrete (con una i sola ;)
Le slide di Gioia Gottini - Il cliente ideale
Il video dell’intervento di Francesca Marano
Le slide di Enrica Crivello About Page: da dove si inizia
Le slide di Colibrì Academy 3 S per un business handmade di successo

Scritto da Giada Ramponi.

Giada ha i capelli rossi e il sorriso pronto, lavora nel negozio di antiquariato di famiglia e buca animaletti (di plastica!) per farne delle spille che vende nel suo negozio Etsy.
E’ nota nel forum EIT per gli interessanti aneddoti raccontati col suo tono scanzonato, lo stesso che ha messo a nostra disposizione in questo blog per raccontarci quello che succede nel mondo EIT.

2 commenti:

  1. Bellissimo report! Francesca Marano é troppa roba!! E come lei anche le altre sciure che hai nominato! I sogni non so se diventeranno mai realtà ma loro ci aiutano a continuare a sognare. Grazie Giada per questo articolo, aspetto di leggere il seguito. Xoxo Giusy

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  2. The information presented is very interesting, the language style and sentences used are also very good, I really like reading it, making me always want to come back to this blog waiting for the next good post, I thank the author

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