A maggio si è svolto il Modulo di Etsy School su SEO. Farne un resoconto risulterebbe un po' noiosetto, quindi abbiamo pensato di sostituirlo con qualcosa che viene dal cuore.
foto di MinnesotaPrintCo |
Ultimamente mi sono ritrovata a parlare con le mie amiche, sostenitrici, sopportatrici, nonché leader dell’EtsyItaliaTeam, di come fosse cominciata la storia d’amore col mio attuale fidanzato. Da molto tempo non ci pensavo, circa 7 anni, mese più mese meno, e col senno di poi, mi sono resa conto di quanto una soap opera avesse una trama più scorrevole e di quanto impegno, sforzo e perseveranza siano necessari per arrivare ad avere ciò che si vuole.
Il dolce rimembrar mi ha portato alla mente una trilogia di film, campione di impegno, sforzo, perseveranza e ovviamente romanticismo: Before Sunrise, Before Sunset, Before Midnight.
Cosa c’entrano la mia vita privata e i miei gusti cinematografici con SEO? E’ presto detto: mi è venuta voglia di comporre tre treasury (ovvero le collezioni di promozione collaborativa su Etsy) che avessero i titoli dei film della trilogia e sul tema della coppia. E qui sono iniziati i problemi.
Da tempo ho una cartella segreta tra i miei fav chiamata “Couple” ma grazie alla mia incostanza, l’ho trovata poco fornita di spunti. Ricordando di avere molti favoriti con oggetti per coppie, ho iniziato a spulciare tra le mie 450 pagine di favoriti con parole chiave molto banali: coppia, paio, doppio, due, matrimonio e via dicendo.
Sono rimasta basita: ad ogni parola chiave o sinonimo col tema amore, coppia o matrimonio, immessa mi sono ritrovata con inserzioni in cui non era indicato se gli oggetti proposti fossero coppia o meno, nonostante molti lo fossero visibilmente.
Qui è necessario dilungarmi per un momento, partendo da un esempio. Cercando delle fedi nuziali per le T di cui sopra, mi è capitato di trovare tantissimi articoli dove non fosse mai specificato (nè nel titolo, nè nelle tag, nè nella descrizione, e non solo nell’Etsy Italia Team) che fossero due o una coppia di anelli. Usare semplicemente il plurale - “wedding rings for her and for him” - potrebbe non essere sufficiente. Vero è che utilizzare tutti i sinonimi possibili e immaginabili è complicato e decisamente impraticabile, ma essere dettagliati e utilizzare un lessico appropriato, vasto e variegato è certamente di grande aiuto nel farvi trovare. Quando si dice di mettersi nei panni di chi compra non si intende che dovete mettervi a studiare la parapsicologia per poter leggere il pensiero dei vostri possibili clienti, ma che, dato che siete voi stessi compratori, oltre a descrivere il vostro prodotto, potreste supporre di volerlo comprare e quindi cercarlo, ricordando che se siete voi i futuri sposi, la parola “wedding” sarà presumibilmente al centro dei vostri pensieri, ma se invece foste gli invitati, molto probabilmente per voi quello stesso oggetto sarà un “gift”. Vi consiglio quindi di allontanarvi un momento dall’oggetto che avete creato, e far finta di vederlo per la prima volta. In certi casi può essere davvero utile chiedere consiglio a parenti e amici, reali e virtuali, chiedendo loro come lo descriverebbero. Per esempio potreste fare dei sondaggi sui vostri social: questo inoltre crea un forte legame e interesse verso di voi, verso il vostro prodotto e verso il vostro lavoro, aumentando così la cerchia dei vostri possibili clienti.
Tornando a noi: le mie ricerca andate a vuoto hanno suscitato molte perplessità e una catena di ragionamenti che mi ha tenuta sveglia fin troppo a lungo.
La SEO non è il male
La SEO (o il SEO - trovare il genere di SEO è come parlare del sesso degli angeli: nessuno lo sa, ma in fondo a nessuno interessa) non è il male, come invece lo è il flash (cit.) né tanto peggio un complotto per tenere impegnati i venditori di Etsy, ma è un campo che ha bisogno di impegno, sforzo, perseveranza e tanta tanta fantasia. E oserei dire anche di tanto amore. Già amore. Non perché stessi cercando, in quel frangente, oggetti relativi al sentimento supremo, ma perché, per fare le cose con impegno, sforzo e perseveranza, l’amore è necessario.
Sembra un’affermazione azzardata e fuori dagli schemi, ma tolto l’amore, l’impegno, lo sforzo e la perseveranza, sono solo fatica e testardaggine. E allora ecco che SEO si trasforma in qualcosa di incomprensibile, azzardato e imperscrutabile.
foto di PhotographyDream |
Quando parlo dell’amore che dovremmo mettere in SEO, ovvero nell’Ottimizzazione per i Motori di Ricerca, intendo dire che dovremmo usare le parole che nascono non solo dal ragionamento, ma anche dal cuore e dall’esperienza, e sconfinare addirittura, usando la fantasia e l’immaginazione. E così facendo non daremmo per scontato più nulla, esattamente come in una storia d’amore: il più delle volte le storie d’amore finiscono perché si danno per scontati sentimenti, comportamenti, gentilezze reciproche, semplicemente ci si dimentica di compierle o ci si aspetta di riceverli. Spesso infatti si dice, quando una storia finisce, “Non c’era più fantasia”. SEO in fondo è molto simile. Faccio un esempio: quando descriviamo (già mi ci metto dentro anche io, in fondo questa epifania risale a ieri sera) un oggetto che abbiamo prodotto, spesso e volentieri dimentichiamo o diamo per scontati dei fattori invece essenziali. E’ ovvio che se vendessi degli orecchini, li venderei in coppia, ma allora perché non scriverlo? E’ ovvio che se vendessi un anello, sarebbe molto probabilmente un cerchio, ma allora perché non scriverlo? E’ ovvio che se vendessi una sedia avrebbe quattro gambe, una seduta e uno schienale, ma allora perché non scriverlo?
Molte guide di vendita online consigliano inoltre di usare termini che descrivano non solo il prodotto che vendiamo, ma anche il potenziale cliente a cui ci rivolgiamo, lo stile e l’uso che si potrebbe fare del nostro prodotto.
L’obiezione potrebbe essere: ma ci sono anche le foto. Verissimo, ma le foto non sono ottimizzate per la ricerca, così come lo è il linguaggio, attraverso cui si possono usare infinite declinazioni ed entrare nello specifico. E allora, mi chiedo, perché non descrivere anche la foto che presentiamo?
L’importanza dei dettagli
Quando frequentavo l’accademia di Belle Arti, il mio corso principale era Pittura, e nello specifico seguivo un corso indirizzato all’arte contemporanea. Alla prima lezione che seguii, il professore, in un’aula bianca e vuota, ci disse che avremmo dovuto utilizzare quell’aula come un contenitore, un banco di prova per le nostre possibili future esposizioni in galleria. Al momento non mi era molto chiaro cosa intendesse dire, ma alla prima verifica capii: una mia compagna al primo anno fece un’installazione, dimenticando di togliere i chiodi sul muro lasciati l’anno precedente da uno studente frettoloso. Il professore non considerò minimamente l’installazione presentata e si diresse verso quei minuscoli spunzoni d’acciaio conficcati nel muro, chiedendo che relazione e che importanza avessero con l’opera esposta. Questo fu a dir poco sbalorditivo e incredibilmente emblematico. Quella piccola dimenticanza costò alla mia compagna un voto basso, ma non perché il professore fosse particolarmente severo, bensì l’attenzione ai dettagli e alla presentazione in quell’aula era tenuta in particolare considerazione. E con gli anni mi sono resa conto che in quell’aula ho imparato molto di più di quanto credessi.
foto di MyMintMouse |
Oggi mi ritrovo infatti qui a parlare di come la presentazione fotografica e testuale di un prodotto sia di un’importanza spesso e volentieri sottovalutata e data per scontata, cosparsa di piccole, apparentemente insignificanti dimenticanze, che non portano a un voto basso, bensì a non vendere ciò in cui crediamo e ci impegnamo con tanta costanza, entusiasmo e amore.
Forse allora dovremmo descrivere i nostri prodotti, e il modo in cui li presentiamo, non come se ci rivolgessimo a un potenziale cliente, ma come se chi abbiamo di fronte non avesse mai visto e non sapesse che gli orecchini di consuetudine si portano in coppia, che gli anelli di consuetudine sono circolari e le sedie di consuetudine hanno 4 gambe, una seduta e uno schienale. E inoltre: che quegli orecchini sono stati fotografati su un fondo bianco perché ne risalta la materia e il colore; la luce è laterale perché vogliamo rendere l’effetto che farebbe portali passeggiando al parco la domenica pomeriggio, andando a bere un caffè con le amiche, al quale rimandiamo appendendoli sul bordo di una tazzina.
L’amore è il motore di ogni cosa, anche della SEO
Sì ma l’amore che c’entra con tutto ciò? Se non amate il vostro prodotto, le vostre foto e le vostre descrizioni, saranno solo fatica. Ma non solo: se non amate il vostro possibile cliente, se lo date per scontato, pensando che sia lui o lei a non capire la portata e la bellezza del vostro lavoro, lo sforzo e l’impegno che ci mettete, e la perseveranza nel migliorarlo e nel promuoverlo, mi spiace dirvelo, ma è solo perché non glielo state dicendo con le giuste parole e, soprattutto, perché quello che state facendo per voi è diventato solo mera fatica.
I risultati positivi arrivano solo con l’impegno, lo sforzo e la perseveranza. L’amore è il motore che aziona quell’impegno, quello sforzo e quella perseveranza, che rende tutto più semplice e più bello, che non ci fa venire a noia nulla di ciò che facciamo, sia essa la nostra storia d’amore, il nostro prodotto, e persino la SEO.
PS: le tre treasury, per la cronaca non le ho ancora fatte, ma forse per quando quest’articolo sarà pronto…
PS2: predico bene e razzolo male! Non prendete il mio negozio come esempio di SEO, ve l’ho detto che tutto questo mi è venuto in mente solo ieri sera?
scritto da Giada di GingerLab
Giada ha i capelli rossi e il sorriso pronto, lavora nel negozio di antiquariato di famiglia e buca animaletti (di plastica!) per farne delle spille che vende nel suo negozio Etsy.
E’ nota nel forum EIT per gli interessanti aneddoti raccontati col suo tono scanzonato, lo stesso che ha messo a nostra disposizione in questo blog per raccontarci quello che succede nel mondo EIT.
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